La bicicletta fu inventata nel 1817 per ovviare alla moria di cavalli dovuta alla carestia dell’“anno senza estate” - il 1816 - causata dall’esplosione di un vulcano in Indonesia, che l’anno prima offuscò il cielo sconvolgendo gli equilibri termici facendo precipitare la temperatura media del pianeta.
Oggi la bici è uno dei nostri migliori alleati per limitare le emissioni inquinanti prodotte dalle auto.
Poco costosa (almeno nella sua versione base), la bici è democratica perché accessibile a tutti e questo l’ha resa anche un emblema di emancipazione, infatti le donne per usarla agevolmente dovevano vestirsi in modo più pratico rispetto alla moda dell’epoca.
Ma se la portata simbolica e l’aspetto “verde” delle due ruote non bastassero, pedalare fa risparmiare sulla palestra, sulle spese per carburante, sulla manutenzione e assicurazione dell’auto. Ma è anche un aggregante sociale e fa bene alle comunità locali. Non da ultimo, chi attraversa un centro abitato in bici fa più acquistati nei negozi locali, creando un beneficio per l’intera comunità.
Per il momento il nostro Paese promuove la mobilità ciclistica con un provvedimento entrato in vigore nel 2018 che prevede, tra l’altro, l’istituzione di Piani regionali per la mobilità ciclistica e la nascita di Bicitalia, una rete ciclabile nazionale integrata nell’europea EuroVelo.
Le premesse ci sono: adesso è ora di pedalare.