La Ciclovia Tiberina

La futura Ciclovia Tiberina, dalla sorgente del Tevere alla sua foce, un percorso di 444 chilometri in otto tappe.

Il Tevere, secondo solo al Po per l’estensione del bacino idrografico, è il più importante corso d’acqua dell’Italia centro meridionale.

Un’intima relazione scritta in due millenni di convivenza (più o meno forzata) con Roma, una presenza, quella del Pater Tiberinus, per lungo tempo rinnegata dagli orizzonti culturali, sociali ed economici della città eterna come delle province lambite.

Una rimozione psicologica prima che fisica, a spingere sempre più lontano la presenza umana, assurdamente contraria alla bellezza che fiorisce indisturbata intorno alle sponde e che oggi potrebbe tornare ad essere luogo di cittadinanza e di memoria, anche grazie ad un percorso cicloturistico.

Un corridoio ciclabile seguendo il mormorio del Tevere dalle Sorgenti Fumaiole al Mare, quattro regioni attraversate, una Capitale e una varietà di atmosfere in continua evoluzione.

Dalle forre selvagge dell’Appennino romagnolo alle mete balneari di Ostia e Fiumicino, pedalando nei paesaggi modellati dal fiume e dal tempo. Questa è la Ciclovia Tiberina, che segue il corso del Tevere dalla sorgente alla sua foce.

L’impronta degli antichi porti fluviali, la fuga in avanti delle vaste pianure coltivate, la memoria dei centri urbani dell’Italia nascosta, la natura grandiosa radicata un’ansa dopo l’altra, in una geografia di scenari dalle sfumature sorprendenti.

Lungo l’asta fluviale una collezione di aree protette per una pausa all’ombra di dighe imponenti da ammirare, di borghi secolari in cui rivivere le atmosfere del passato.

444 km da srotolare in otto tappe, confezionate prevalentemente su strade bianche, vie secondarie, argini e corridoi interpoderali. In aggiunta alla traccia principale, diverse divagazioni (in via di ampliamento) permettono di arricchire l’orizzonte delle pedalate.

Scendendo a favore di corrente si incontrano infatti: l’Anello Fumaiolo, l’Anello Trasimeno, l’Anello di Osa, il Grande Sentiero Anulare, la Randonnée delle Regine (Viarum e Ciclarum) e il percorso Dolce Spiaggia (ad anticipare la futura Ciclovia Tirrenica nel tratto di avvicinamento a Roma).

A queste si aggiunga la “Via dell’Acqua”, che da Assisi propone una interessante variante per Spoleto e Terni, riconfluendo nel Tevere all’altezza di Orte.

Ben lontano dall’essere conclusa, questa iniziativa è innanzitutto un invito a tutti i temerari del sellino perché partano all’avventura. Punti ristoro occasionali, strutture ricettive distanti, segnaletica intermittente, presenza umana rarefatta, fango e incertezze da ottobre a maggio sono solo alcuni degli imprevisti con cui sarà necessario cimentarsi.

Per chi non ha 8 giorni pieni, è possibile procedere per avvicinamenti successivi, magari concentrandosi sui tratti più “facili”, che siano in Umbria o a Roma.

La presenza dei trasporti pubblici (in primis le ferrovie) permette una scoperta graduale. Una mattina, una giornata o un weekend, diverse sono le formule per riscoprire il Tevere in più riprese.

Ciclovia adriatica

“Con l’approvazione dello schema di Accordo di Collaborazione tra la Regione Marche (capofila) e le Regioni del Veneto, Emilia-Romagna, Abruzzo, Molise, Puglia per la progettazione e la realizzazione della Ciclovia Turistica ‘ADRIATICA’ nasce ufficialmente il Tavolo Tecnico che avrà come obiettivo sia lo sviluppo della mobilità ciclistica sia la realizzazione di un sistema nazionale di ciclovie turistiche”. Questa la notizia data dall’assessore al Turismo Mauro Febbo a margine dell’incontro svolto nei locali delle FIRA Station della stazione ferroviaria di Pescara, insieme ai responsabili e referenti delle altre Regioni coinvolte.